Now Reading
In Veneto si “cucina la crisi” con le ricette dei nonni

In Veneto si “cucina la crisi” con le ricette dei nonni

In Veneto si "cucina la crisi" con le ricette dei nonni

In Veneto si “cucina la crisi” con le ricette dei nonni. Piatti poveri, fatti con gli scarti della cucina, ma ricchi di gusto e tradizione. C’è la bondola, tondo insaccato vicentino da accompagnare coi crauti e polenta,  o gli gnocchi di fioretta, una ricotta liquida di Recoaro riscoperta anche da uno chef stellato come Lorenzo Cogo. Ci sono i Rofioi un dolce gnocco fritto del Veronese, i mondoi, la mamai, la panada: specialità di cui persino i nomi sono a “rischio di estinzione”.

In Veneto si “cucina la crisi” con le ricette dei nonni.

È proprio nei tempi di crisi che in cucina entra l’arte di “arrangiarsi” recuperando prodotti poveri ma gustosi.

Bondola con crauti

La bondola è un insaccato d’impasto analogo al cotechino, ma si presenta con una pezzatura maggiore e forma tondeggiante. È un prodotto De.Co. tipico di Torrebelvicino, in provincia di Vicenza. Va cucinata con le stesse regole della salama: lunga bollitura (almeno quattro ore) a fuoco molto basso, sospesa in acqua senza toccare le pareti della pentola. Si serve tagliata a spicchi su un letto di purea di patate, con crauti o con verdure saltate al burro.

Gnocchi di fioretta

Si narra che all’inizio del secolo scorso i pastori fossero soliti impastare la farina bianca con la fioretta, cioè una ricotta semiliquida ricavata dalla cagliata non scolando del tutto il siero e da qui deriva anche la sua consistenza. Ma perché si chiama fioretta? Perché il siero riscaldato e addizionato di solfato di magnesio produce addensamenti bianchi che affiorano. Gli gnocchi con la fioretta vengono conditi di solito con burro e salvia.

I Rofioi

La ricetta che ancora oggi si usa è datata 1931, ma i rofioi nascono prima, nella seconda metà del IXX° secolo in una delle quattro contrade di Sanguinetto. Questi dolci sono nati per una festa particolare quella del 12 settembre, il Santo Nome di Maria. Venivano preparati il giorno prima e venivano appesi durante la notte, così che i bambini del paese potessero trovarli quasi magicamente nel mattino della festa.  Il loro nome deriva probabilmente dalla parola “ravioli” per la loro forma.

I mondoi

 

Si dice che ila notte di ognisanti le anime dei defunti tornino a fare visita ai viventi, e che gradiscano cibarsi dei mondoi, le castagne bollite con salvia ed alloro, lasciate per loro. Sono facili da preparare, richiedendo solamente attenzione alla cottura, che può variare tra i 40 e i 60 minuti (dal momento in cui l’acqua inizia a bollire). Vanno servite con un bel bicchiere di vino rosso.

Mamai

  • 1 kg di ossa di maiale scarnite
  • 200 g di fagioli borlotti secchi
  • 3 l d’acqua
  • 1 cipolla tritata
  • 120 g di lardo pestato
  • 60 g di uvetta ammollata e strizzata
  • 300 g di farina gialla di frumentone
  • sale.

Già la sera precedente mettete a bagno i fagioli. In una pentola versate l’acqua, poi unite le ossa e i fagioli e portate a bollore ed alla cottura dei fagioli; togliete le ossa, aggiungete la cipolla ed il lardo, poi l’uvetta, infine versate la farina gialla e lavorate come per la normale polenta, mescolando di continuo per 50 minuti. Regolate di sale, poi servitela caldissima.

La panada

La panada veneta, o panà in dialetto veneto è un primo piatto molto povero con il quale sono stati svezzati tantissimi bambini in periodo di guerra e non solo, siccome sopratutto in Veneto non si butta via niente, il pane che avanza lo si mette da parte per preparare appositamente questa ricetta. Piatto del periodo quaresimale ma che oggi viene preparato tutto l’inverno, se volete mangiare uno sfizio provate a fare questo piatto e poi provate anche a passarlo in forno caldo fino che non si forma la crosticina dorata sopra e avrete un primo da urlo.

 

View Comments (0)

Leave a Reply

Your email address will not be published.

Scroll To Top