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Alvaro Vitali: “Il cinema mi ha dimenticato, vivo con 1.200 euro di pensione”

Alvaro Vitali: “Il cinema mi ha dimenticato, vivo con 1.200 euro di pensione”

Alvaro Vitali

Alvaro Vitali: “Il cinema mi ha dimenticato, vivo con 1.200 euro di pensione”. 73 anni il prossimo 3 febbraio, Pierino si confessa a cuore aperto in un’intervista al quotidiano “La Repubblica”. L’attore romano lamenta di essere stato dimenticato dal cinema: “A un certo punto il telefono ha smesso di squillare. Nessuno mi ha più fatto lavorare. Vorrei fare un ultimo film, per fargliela vedere a chi non ha più creduto in me”.

Quando faceva l’elettricista a Trastevere

Alvaro Vitali ricorda i tempi in cui faceva “l’elettricista a Trastevere”: “Un giorno venne a trovarmi uno del mio quartiere, Pippo Spoletini, che di mestiere faceva il capogruppo sui set: reclutava le comparse per il cinema. Mi disse che Federico Fellini cercava un ragazzino magro come me. ‘Chi è Fellini?’ gli chiesi (…) Io al cinema andavo a vedere i film con Franco Franchi e Ciccio Ingrassia”. Con i primi soldi guadagnati “comprai casa a nonna Elena, in via Oderisi da Gubbio, nel quartiere Marconi. Sono stato a casa con lei dagli 8 ai 32 anni. Con mia madre erano litigate continue”

Alvaro Vitali: “Il cinema mi ha dimenticato, vivo con 1.200 euro di pensione”

La svolta della carriera arriva quando Nando Cicero, che era stato l’aiuto di Francesco Rosi, lo sceglie per “L’insegnante”, commedia sexy in cui finì col recitare accanto a Edwige Fenech nel ruolo di un alunno siciliano folgorato dalla prof: “Non potevano chiedermi di meglio, mi ero sempre ispirato a Lando Buzzanca”. “Ho fatto cinquanta film – racconta – Se ero ricco? Cambiavo macchina e donne ogni 3 mesi. Ero così famoso che non potevo entrare nei ristoranti”.

“Prendo 1.200 euro di pensione, mi hanno fregato un sacco di contributi”

Dalle stelle alle stalle. La fase discendente inizia quando “Paulo Roberto Cotechino, centravanti di sfondamento” non incassa quanto previsto. “Il telefono ha smesso di squillare. Non mi spiego il perché. Ero popolarissimo – dice con amarezza – E lo sono ancora a 72 anni. Mi fermano per strada, mi chiedono i selfie. ‘Alvaro, tu sì che ce facevi divertì’, dicono. Io ho salvato il cinema commedia italiano. Dopo un periodo di depressione, arrotondo facendo spettacoli, nei teatri, soprattutto al Sud. A Roma poco, non c’è il culto della serata. Di pensione ora prendo 1.200 euro. Mi hanno fregato un sacco di contributi”.

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