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Genova e la Liguria non dimenticano Fabrizio De André

Genova e la Liguria non dimenticano Fabrizio De André

Genova e la Liguria non dimenticano Fabrizio De André.  “Sono passati 24 anni dalla morte di uno dei più grandi e amati cantautori del nostro Paese, intramontabile orgoglio ligure. Un uomo che con la sua musica è rimasto nel cuore di tanti genovesi e non solo”. Così il presidente della Regione Liguria e assessore alla Cultura Giovanni Toti ricorda il celebre cantautore genovese in occasione dell’anniversario della scomparsa, l’11 gennaio del 1999. De André verrà ricordato anche nell’ambito della programmazione di oggi pomeriggio sullo schermo del Palazzo della Regione, a partire dalle ore 17.

Genova e la Liguria non dimenticano Fabrizio De André

Nella notte tra il 10 e l’11 gennaio 1999 all’Istituto dei tumori di Milano moriva all’età di 58 anni Fabrizio De André. Se ne andava in una notte d’inverno, come aveva cantato. Sulla bara un pacchetto di sigarette, una sciarpa del Genoa, alcuni biglietti, un naso da clown e un drappo blu

“Era intelligente – diceva Paolo Villaggio – geniale, allegro, spiritoso, squinternato, un po’ vanitoso, snob: non era triste, come voleva l’immagine pubblica che gli avevano dipinto addosso. Era un anarchico, grande poeta. Io e Faber siamo cresciuti insieme. Eravamo tutti e due squinternati, entrambi pecore nere delle rispettive famiglie. Fra noi liti selvagge, bastonature e poi, un po’ più grandi, la fama insieme, molte speranze, quasi convinti di non farcela”.

Il “cantore degli ultimi”, uno “spartiacque fondamentale” nella musica italiana, “un padre ispiratore”, che di sé era solito raccontare: “Ho letto Benedetto Croce l’Estetica, dove dice che tutti gli italiani fino a diciotto anni possono diventare poeti: dopo i diciotto chi continua a scrivere poesie o è un poeta vero o è un cretino. Io, poeta vero non lo ero. Cretino nemmeno. Ho scelto la via di mezzo: cantante”.

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